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DISTURBO COMPORTAMENTALE

 Il problema comportamentale nei bambini dislessici è, solitamente, la conseguenza, E NON LA CAUSA, di un disturbo dell’apprendimento non capito e non sostenuto adeguatamente. I disturbi comportamentali si distinguono in due tipi:

 1) Il bambino “rompiscatole”. Quello che diventa il tormento di genitori e maestre. Ribelle, contestatore, prolisso, clown, confusionario, che ripete mille volte le stesse cose, che risponde a tono a tutti, adulti e piccini, che si mette sempre in mostra, che tende ad evidenziare ciò che di buono fa lui e ciò che di terribile e sbagliato fanno i compagni. E’ il provocatore d’eccellenza, quello che stuzzica continuamente i compagni e che generalmente provoca una reazione non sempre positiva. Questo aspetto prevale nei bimbi con DSA che non sono aiutati adeguatamente. Soprattutto nei maschietti con una indole forte e spavalda.

2) Il bambino “silenzioso”. Quello che tende al silenzio, che si isola, che diventa pensieroso e assorto, che non comunica con gli amici e con i compagni di classe. Ne tantomeno con le insegnanti e i genitori a casa. Dice sempre che va tutto bene ma si confronta poco con il gruppo classe e non ama stare con gli altri anche fuori dal contesto scuola. Si sente molto spesso non adeguato e/o incapace, spesso verbalizza
anche questa sua idea. Questo aspetto è maggiormente prevalente tra le bambine o tra i maschietti che hanno una indole tranquilla..
 
 In questi bambini, spesso si evidenziano alcuni atteggiamenti che portano alla concentrazione maggiore quando si è in classe o si è impegnati in una qualche attività. Spesso si dondolano sulla sedia, arrotolano una ciocca di capelli ad un dito, hanno qualcosa nelle mani che girano e rigirano, una penna a cui tolgono e mettono il tappo, un foglio che scarabocchiano, ecc. Tutte queste situazioni provocano in chi le compie una sorta di “senso ritmico” che li aiuta nella concentrazione e nell’attenzione e quindi nel seguire meglio l’attività che stanno svolgendo. Ecco perché talvolta è controindicato impedire con la forza (quindi con un rimprovero) che il ragazzo faccia questa cosa.
Magari lavorando sui tempi di attenzione e di concentrazione le manifestazioni di questo tipo si ridurranno sensibilmente.

 Solitamente il problema di comportamento tende a migliorare quando comincia l’iter riabilitativo e il bambino inizia a percepire la sua reale caratteristica. 
La consapevolezza di non essere “stupidi” ma solo dislessici
ridimensiona di moltissimo l’aspetto comportamentale. Quando invece è fortemente consolidato è richiesto l’intervento degli specialisti per affrontare il “disturbo psicologico” conseguenza di anni di incomprensione da parte del mondo degli adulti…..sia a scuola che a casa.


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